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Dalle Microplastiche alle plastiche nascoste. Terza Puntata.

Ciao Margherita! E ben ritrovata al nostro consueto appuntamento mensile! Lo scorso giugno siamo entrat* nel vivo del tema di plastiche e microplastiche. Questa settimana ci piacerebbe proseguire in questa direzione. Ma iniziamo subito!

4 Chiacchiere con Margherita Cortini.

1# Abbiamo letto un po’ di articoli (tipo QUESTO) e, a quanto pare, come esseri umani, ingeriamo e inaliamo una discreta quantità di plastica. Puoi aiutarci a capire come questo sia possibile?

Dunque, come dicevamo l’altra volta, la plastica ha lo spiacevole vizio di spezzettarsi in particelle sempre più piccole, le microplastiche appunto.

Alcune sono talmente piccole e leggere che possono letteralmente essere trasportate dall’aria ed essere quindi respirate. Altre, invece, possono facilmente finire nella catena alimentare. Come? Ad esempio perché la plastica in mare viene mangiata da pesci e crostacei che poi vengono mangiati da noi. Pensate che nel caso di crostacei e molluschi, di cui mangiamo tutto, compreso il tratto digestivo, cioè, il luogo in cui maggiormente di accumulano le microplastiche, la quantità che mangiamo è davvero alta. I molluschi possono contenere tra le 0 e le 10,5 microplastiche per grammo (mp/g) consumato.

Non si salvano però nemmeno frutta e verdura. Acque contenenti microplastiche possono essere usate per innaffiare ed essere così trattenute dal vegetale.

E poi ovviamente c’è lei, l’acqua. Il consumo di acqua in bottiglia si stima ci faccia ingerire circa 90000 microplastiche ogni anno, ma anche l’acqua di rubinetto può contenerne, seppure in misura minore.

Insomma, un vero banchetto a base di plastica! 

2# Potenzialmente, quanto può essere dannoso ingerire tutta questa microplastica?

Gli studi sull’effetto delle microplstiche sulla salute umana sono ancora piuttosto preliminari e i dati definitivi mancano.

Quello che sappiamo è che le microplastiche possono potenzialmente dare vita a vari tipi di tossicità. 1) La particella stessa che viene ingerita o inalata e permane nel nostro organismo. Non sappiamo ancora in che misura, ma è lecito pensare che avere plastica dentro di noi non ci faccia proprio benissimo! 2) Tossicità chimica data dagli additivi chimici che spesso vengono addizionati alle plastiche per migliorarne resistenza o proprietà fisiche. Alcuni di questi additivi, come il BPA (il bisfenolo A), sono interferenti endocrini. Il BPA potrebbe avere numerose ripercussioni a livello di salute umana, ma non sappiamo ancora se quantità molto piccole, come quelle presenti sulle microplastiche, possano costituire un problema reale. 3) Altre particelle che vengono adsorbite alle microplastiche. Una microplastica che svolazza felice su una strada trafficata, può adsorbire inquinanti ambientali che finirebbero dentro di noi insieme alla microplastica.

Insomma, ci sono ancora molti buchi di conoscenze, ma ci sono parecchi motivi per pensare che evitare il contatto con queste microparticelle sarebbe meglio!

Cannucce microplastiche

3# Esiste un modo per evitare o ridurre la quantità di microplastica che ingeriamo?

Che domanda difficile!

Diciamo che siamo talmente esposti che far sparire le microplastiche dalla nostra vita è quasi impossibile. Però possiamo cercare di ridurre gli oggetti in plastica con cui abbiamo a che fare, soprattutto in cucina. No quindi all’acqua in bottiglia e alla conservazione di alimenti in contenitori di plastica. Se non potete sostituire i tupper di plastica cercate di non provocarne l’abrasione, che, in generale, è l’azione meccanica che provoca il maggior rilascio di microplastiche. Cercate quindi di non tagliare con il coltello dentro il contenitore, perché piccoli pezzetti di plastica si potrebbero staccare ed essere ingeriti.

Se siete onnivor*, limitate il consumo di molluschi e crostacei. Come dicevamo, del pesce viene tolto il tratto digerente prima del consumo, mentre di molluschi e crostacei no.

4# Quali sono i fattori che maggiormente influiscono all’ingestione delle microplastiche?

L’abrasione meccanica, certamente. Se prendiamo una bottiglia di plastica la semplice azione meccanica di svitare il tappo è ciò che più facilmente permette il distacco di particelle nell’acqua che stiamo per bere. Quindi, come dicevamo sopra, occhio a tutto ciò che crea abrasione e potrebbe contaminare il vostro cibo.

Se avete bambin*, cercate di evitare biberon e piatti in plastica, ma di prediligere materiali diversi. Specialmente i bambini, che mettono in bocca davvero tutto, sono molto a rischio di ingestione.

TIPS # Qui ci affidiamo a te. Come possiamo come singoli cittadini, ridurre le possibilità di ingestione o inalazione delle microplastiche?

Servirebbe un cambio di rotta dall’alto. Servirebbe la riduzione di materiale plastico monouso, e un sistema di gestione dei rifiuti che riduca la contaminazione ambientale.

Noi, come singoli cittadini, possiamo fare la nostra parte cercando di limitare la plastica nella nostra vita. La plastica è fondamentale per moltissime cose, ma se non ne possiamo fare a meno, cerchiamo di sceglierla per oggetti di lunga vita e non usa e getta.

Se dobbiamo ristrutturare casa, scegliamo vernici senza plastiche e se possiamo scegliere, prendiamo la bicicletta invece della macchina. Si stima infatti che anche gli edifici e l’abrasione degli pneumatici sia tra le cause maggior di sviluppo di microplastiche.

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