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In Italia, le donne votano meno degli uomini.

Potete davvero permettervi di non essere né interessat* né partecipare alla politica”?

La politica non è solo attivismo o essere politicamente attivi. È consapevolezza, è tenersi informati, è prendersi cura dei fatti. Quando è possibile (e in Italia è possibile), si vota. La politica è lo strumento attraverso il quale ci strutturiamo come gruppi e società. La politica governa ogni aspetto della vita e, non partecipandovi, stai letteralmente permettendo ad altre persone di decidere cosa puoi mangiare, indossare, se puoi avere accesso all’assistenza sanitaria, all’istruzione gratuita, quante tasse paghi, quando puoi andare in pensione, qual è la tua pensione. Altre persone stanno anche decidendo se la tua razza ed etnia siano abbastanza per considerarti un criminale, o se la tua religione e nazionalità siano abbastanza per metterti in una lista di terroristi. E se pensi ancora di essere una persona forte e indipendente, non influenzata dalla politica, allora pensaci due volte.”

Hajer Sharief

Questo è un estratto di un Ted Talk del 2019 di Hajer Sharief, attivista libica per la pace e i diritti umani, fondatrice di Together we built. Clicca QUI per vedere il video completo.

Potremmo andare avanti nella trascrittura del suo talk, ma prendiamo spunto dalle sue parole e arriviamo al nostro punto. Un punto, una riflessione, uno sfogo per le generazioni più giovani e le donne. Perché?

Perché in Italia le donne votano meno degli uomini: alle scorse elezioni il 70% contro il 76%.

Le donne si interessano meno di politica e perdono sempre di più interesse, man mano che l’età cresce e man mano che il titolo di studio si abbassa.

E ALLORA parliamo a voi tra i 20 e i 44 anni.

Voi, ragazze tra i 20 e i 44 anni disinteressate alla politica, facciamo due chiacchiere?

  1. Se vi laureate vi fanno fare stage sottopagati e se non vi laureate il vostro stipendio potrebbe essere, se non sicuramente, inferiore a quello del vostro collega (ma Chiara Gribaudo è riuscita a calmierare la situazione, sì, una donna ha fatto una legge sulla parità salariale).
  2. Se decidete di fare un figlio avete qualche chance di rimanere nel mercato del lavoro, se ne fate due quasi sicuramente la maggior parte di voi rimarrà a casa, perché avete lo stipendio più sacrificabile.
  3. Dovete combattere con nidi che non ci sono, tempo pieno nella scuola che in alcune regioni non è previsto, ferie estive della prole, mezzi pubblici inadeguati, probabile e papabile discriminazione di genere un tanto al kilo un giorno sì e un altro pure.
  4. Se volete tornare al lavoro, magari scegliete il part-time. Pagate meno, meno contributi, meno pensione. Magari il part-time lo trovate nel “sistema di cura”, il settore più importante, ma meno pagato e molte volte con poche protezioni.
  5. Siete finanziariamente la parte più debole ed esposta, se decideste di uscire da una relazione tossica potrebbe volerci molto più tempo…o potreste non uscirne mai.

Ma come è mai possibile che abdichiate al diritto di dire LA VOSTRA? Di interessarvi?

Abbiamo ottenuto il diritto di voto nel 1946. Nella Consulta Nazionale del 1945, su 430 uomini erano presenti 13 donne. Ed è stato un miracolo. Per avere la prima donna a ricoprire la terza carica più alta dello Stato abbiamo atteso Nilde Iotti nel 1979.

Rispondete alla domanda che segue: secondo voi, è un paese costruito pensando alle donne?

No, è un Paese costruito da maschi -di un certo tipo- pensato per maschi, sempre di un certo tipo. È la storia che ce lo dice, poi ci possiamo trovare un sacco di cose buone e belle, ma così è.

Qual è la soluzione?

Il disinteresse? No. L’astensione? No.

La partecipazione attiva? Sì! Il Voto? Sì.

Poi ci sarà qualcuna che dirà: eh ma tanto non cambia nulla! No, veramente no, nel corso del tempo il Parlamento italiano ha visto crescere il numero di donne in politica: con quote, spinte, battaglie varie, ma il risultato lo abbiamo portato a casa. C’è ancora un bel pezzo da fare, ma quello dipende ANCHE DA TE e adesso che il taglio dei parlamentari è una realtà, la rappresentanza femminile è ancora più importante. Secondo te una legge che per porre fine alla disparità salariale sarebbe stata possibile per un uomo? Forse, ma non sarebbe stata prioritaria e ancora di più BIPARTISAN. E l’abbassamento dell’Iva sugli assorbenti? Secondo te un uomo…come avrebbe potuto gestirla?

INFORMASI, PARTECIPARE, VOTARE, significa RAPPRESENTANZA e se c’è quella, se DECIDI per te per cosa vuoi, allora fai un passo per cambiare.

VUOI DAVVERO CONTINUARE A LASCIARE CHE DICANO “Cosa ne vuoi sapere, tu!”. Perché succede, e allora si lascia perdere. Come dice Hajer Sharief, puoi anche non avere nessun tipo di esperienza politica, ma le decisioni nella vita familiare le prendi e la politica, come la famiglia, è fatta di decisioni e se non contribuisci attivamente continueranno a essere gli altri a decidere per te: non hai rappresentanza.

La politica consiste nell’avere discussioni, anche difficili, che portano a decisioni. E per avere una discussione, devi partecipare.

Non hai tempo di leggere l’articolo? Ascoltalo in versione podcast!

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