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La nuova legge sull’aborto in Spagna, il congedo mestruale e mucho mas. Spieghiamo bene.

La salute di genere che fa notizia: se da una parte dell’Atlantico si assistono a discussioni mostruose che vorrebbero impedire l’aborto appellandosi a leggi vecchie di secoli, dall’altra si allargano le tutele alla salute riproduttiva della donna. Mai come in questo caso si sta tirando un gran sospiro di sollievo nell’essere su suolo europeo: spagnolo per esattezza.

In questi giorni vi sarà sicuramente capitato di leggere che la ministra Irene Montero ha colpito ancora e la sua proposta di legge porta la Spagna ad essere il primo paese europeo a riconoscere la malattia in caso di mestruazioni dolorose e invalidanti. Si chiama salute di genere e garanzia dei diritti sessuali e riproduttivi della donna, questa è la ratio che sta alla base non solo della norma dedicata al congedo mestruale, ma tutto l’impianto che amplia e arricchisce la legge sull’aborto.

“Questa legge risponde a molte delle richieste che da anni il movimento femminista chiedeva di implementare in Spagna” afferma Montero e soprattutto “Siamo il primo paese europeo che parla della salute mestruale come uno standard di salute; eliminando lo stigma, la vergogna, il senso di colpa e la solitudine che molte volte le donne vivono… nonostante il ciclo sia una situazione che ci accompagna per quasi quarant’anni della nostra vita  e che interessa il nostro quotidiano” e sottolinea che questa legge va esattamente nel senso voluto  dal governo di coalizione ovvero “garantire maggiori diritti alle famiglie, maggiori diritti alle donne e soprattutto garantire che le nostre ragazze crescano con più diritti”.

Ma non è finita qua. La nuova legge sull’aborto prevede una serie di allargamenti davvero cruciali ed è omnicomprensiva, cioè tiene in considerazione anche l’educazione sessuale e affettiva come strumento per consapevolizzare le giovani generazioni (di qualsiasi genere) sulla salute riproduttiva. Aver tolto programmi relativi a questi aspetti negli anni passati ha quadruplicato i casi di infezioni sessualmente trasmissibili tra i più giovani. Quindi sì, l’educazione è uno strumento di prevenzione e sì, l’educazione è uno strumento di equità di genere e generazionale. L’educazione sessuale e affettiva ha anche ricadute positive sulla lotta alla violenza di genere (qualsiasi genere), ma ci torneremo.

scalinata spagnola

Cosa prevede dunque questa legge? Vediamo bene il congedo mestruale.

In primis val la pena citare di nuovo Montero: “dobbiamo normalizzare il fatto che nella nostra società si parli di mestruazioni, il ciclo è un diritto BASICO alla salute…Lo Stato dimostra di essere dal lato delle donne per proteggere i loro diritti”.

  • Lo stato spagnolo pagherà integralmente la malattia fin dal primo giorno e non esiste un limite di giorni. Non esistono nemmeno giorni minimi di contributi versati per accedere a questo beneficio. L’inabilità al lavoro a causa di dolori mestruali viene inserita nella lista delle cause per inabilità temporanea.
  • Il corpo medico è tenuto a rilasciare la malattia, anche se non è stata diagnosticata la causa effettiva dei dolori (e questo è tutto un discorso a parte. Magari questo spingerà a più studi e ricerche. Ndr)

Licenziare, non assumere, intralciare nel lavoro una donna che abbia questa problematica è discriminazione e pertanto punita dalla legge (e probabilmente da karma, sooner or later).

“I diritti sessuali e riproduttivi sono indicatori della salute democratica di un paese. Se le donne non possono decidere del loro corpo, se non sono garantiti i loro diritti sessuali e riproduttivi è difficile parlare di democrazia piena, perché questi diritti sono la chiave per accedere a molto di più: alla partecipazione politica, al lavoro, allo sviluppo del proprio progetto di vita… Una legge che garantisca pieni diritti alle donne, garantisce una società nella quale ognuna è libera di seguire i propri progetti personali e partecipare appieno alla vita civica del Paese”. Irene Montero

tre ragazze ritratto

La nuova legge sull’aborto dunque prevede

  • La possibilità da parte delle ragazze di 16 e 17 anni di accedere all’aborto senza consenso dei genitori “Se le ragazze di 16 e 17 anni possono decidere di andare a lavorare o se sottoporsi o meno a una operazione chirurgica, possono scegliere anche se abortire o meno in autonomia”
  • Vengono eliminati i tre giorni di riflessione previsti dalla vecchia legge.
  • Le donne che interrompono la gravidanza hanno diritto a un periodo di congedo e viene integrata la fornitura di assistenza e accompagnamento completo e specializzato.
  • I centri di salute (le Asl italiane circa)  distribuiranno la pillola del giorno dopo gratuitamente  così come i centri di salute sessuale e riproduttiva. Al momento costa 20 euro in farmacia.
  • La legge protegge l’accesso all’aborto nella sanità pubblica in tutti gli ospedali che abbiano un reparto di ginecologia e la possibilità di farlo il più vicino possibile al proprio domicilio.
  • L’obiezione di coscienza è garantita, ma come per la legge sull’eutanasia (perché ce l’hanno ndr), chi fa obiezione di coscienza deve dichiararlo e iscriversi in un registro poiché in ogni ospedale deve essere garantito che ci sia personale pronto ad accogliere le richieste. Chi fa obiezione nel pubblico la fa anche nel privato.

Inoltre:

  • La pillola anticoncezionale di nuova generazione viene passata dal servizio sanitario nazionale
  • Si prevede di promuove anche metodi anticoncezionali per gli uomini
  • Si va in maternità alla 39 esima settimana, senza pregiudicare il congedo successivo.
  • L’educazione sessuale sarà integrata nelle principali fasi educative con particolare attenzione al consenso.
  • Distribuzione gratuita di metodi anticoncezionali (condom) nelle scuole accompagnata a campagne di educazione sessuale.
  • Saranno istituiti centri pubblici di assistenza specializzata nella salute sessuale e riproduttiva e una linea telefonica.
  • Formazione nell’ambito dell’educazione sessuale e mestruale per insegnanti, funzionari penitenziari e lavoratori pubblici.

Fuori da questa legge l’abbassamento dell’IVA al 4% sui dispositivi di igiene femminile, ma la discussione verrà ripresa in altri ambiti e la ministra dell’igualidad Monteiro è certa di portare a casa il risultato. Altro punto non passato è la criminalizzazione di chi ricorre a maternità surrogata anche fuori dal suolo spagnolo perché viene considerata una pratica di violenza di genere e abusiva.

Dal XXI secolo è tutto, a voi la linea Italia.

A chiunque vi ponga delle questioni che mettano in dubbio che garantire la salute sessuale e riproduttiva delle donne (equità) in un’ottica intergenerazionale (diritto all’educazione e accesso fin dalla giovane età al diritto alla salute di genere), sia una cosa buona e giusta, d’ora in poi potrete mettere la Spagna come case history.

Prego.


Fonti: QUI l’intervista integrale a Irene Montero.

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1 comment

  1. […] Spagnola ha esplicitamente detto che le istanze del mondo femminista sono diventate legge (Vedi post Qua), il femminismo nel corso della storia del 900 ha prepotentemente portato a casa risultati, anche […]

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