Intervista a Flavia Restivo: Progress Lies in the Resistance.
Flavia Restivo l’abbiamo incontrata al “Tocca a Noi” a Firenze. Flavia è attivamente impegnata in politica, è una politica e ha deciso di fare questo mestiere con una visione precisa, progressista e puntata verso il futuro. Candidata al consiglio comunale di Roma il claim della sua campagna era (ed è) Noi siamo il progresso, un progresso che nel suo caso si concretizza nel fare, nell’attivare la comunità su temi specifici e cruciali, come l’educazione affettivo sessuale nelle scuole, un impegno che ci racconta nell’intervista che abbiamo voluto farle perché anche in Italia la conversazione sui temi che in Spagna sono diventati legge è viva e attiva. Flavia fa parte di quella che abbiamo cominciato a chiamare la Rebel Alliance.
Progress lies in the Resistance.
Flavia, la prima domanda è la stessa che abbiamo fatto a Paolo. Perché fai politica?
Perché ho sempre amato e allo stesso tempo detestato molte cose di questo paese, magnifico, quanto molto spesso bigotto e ristretto. Vorrei cercare di trasmettere il buono che vedo nel mondo il più possibile, oltrepassando preconcetti e stereotipi.
Per noi di YouSo tu sei una Rebel, la causa che perori è una “long story short” Italiana: l’educazione affettiva e sessuale obbligatoria nelle scuole. Long story perché se ne è parlato nel corso dei…secoli potremmo oramai dire, ma alla fine non succede mai niente. Eppure, molti organismi internazionali riconoscono che tutti i bambini ei giovani dovrebbero avere accesso ad un percorso di educazione sessuale che sia appropriato alla loro età. Hai, avete, raccolto 35k firme (la petizione QUI) , ci racconti questa esperienza e in particolare anche il “sentiment” delle generazioni più giovani rispetto a questo argomento?
Le giovani generazioni sentono l’esigenza di un cambio di paradigma che comporti una maggiore inclusione e un maggiore progressismo. Siamo arrivati al punto in cui tornare indietro è impossibile se non deleterio e in cui risulta necessario questo passo in avanti. Il passo in avanti che insieme ad Isabella Borrelli e Andrea Giorgini sto mandando avanti tramite la nostra petizione: l’abbattimento degli stereotipi e una maggiore consapevolezza di sé. Come ribadito più volte, l’educazione sessuoaffettiva da noi proposta non si limita esclusivamente alla conoscenza puramente scientifica del proprio corpo ma si estende alla conoscenza dei propri diritti. Questo significa includere temi come il consenso, il bullismo, l’inclusività e tanto altro. Si tratta di temi legati alla sfera sessuale, quanto a quella affettiva.
Il filo rosso della narrazione di questi giorni su YouSo è l’equità tra generi e generazioni, non riconoscere che l’educazione affettiva sia una potente arma contro la violenza e un mezzo di prevenzione contro le malattie potrebbe essere (anche) una questione di incomprensione generazionale? Se ci fossero più giovani e più donne in Parlamento? Può essere una questione di rappresentanza?
Dico sempre che chi ci rappresenta è lo specchio della nostra società; non siamo un paese particolarmente progressista, ergo ci sono pochi giovani e poche donne in Parlamento. Dopo anni di politica sono comunque arrivata alla conclusione che molto spesso sia più una questione anagrafica che di genere. Le nuove generazioni ricevono direttamente ed indirettamente più stimoli; ognuno decide come coglierli ma il contesto è in fermento. Penso che non basti più dire “i giovani sono il futuro” ma che sia necessario metterlo in pratica.
Irene Montero la ministra dell’Uguaglianza Spagnola ha esplicitamente detto che le istanze del mondo femminista sono diventate legge (Vedi post Qua), il femminismo nel corso della storia del 900 ha prepotentemente portato a casa risultati, anche in Italia, ma in modo plateale e palese: la lotta di strada. Oggi in Italia le cause femministe, gli attivismi politici dal basso e giovani e pensiamo a ToccaNoi, Lo Stagista Frust(r)ato, i Papà Pinguino, i FFF (tutti nostri amici) così come la tua lotta, hanno caratteristiche comuni: partono dal basso, sono attentamente supportate da dati, creano comunità, hanno obiettivi specifici e puntuali, è un nuovo modello per essere Rebel?
Sicuramente è il modo migliore per farsi ascoltare quando “non si hanno mamma e papà che ci raccomandano”, che tra l’altro, penso sia la cosa migliore che possa capitare ad ognuno di noi.
Pongo l’accento su questo aspetto perché purtroppo in Italia abbiamo un problema di mobilità e la maggior parte di giovani (donne, uomini e altro) che arrivano in determinate posizioni, soprattutto ad una giovane età, hanno qualcuno alle spalle. L’attivismo e l’avvento dei social si è dimostrato in questo un mezzo molto democratico, dando a chiunque una voce senza bisogno di dover ricorrere ad altro. In questo noi giovani siamo imbattibili, ed è proprio tramite questo nuovo gioco di squadra che riusciremo a ribaltare la situazione.
Flavia, quali saranno i prossimi passi? Cosa bolle in pentola?
“Il prossimo 8 giugno avremo un importante evento presso il centro giovani Zalib in cui con vari ospiti tratteremo l’argomento e le ragioni che ci hanno spinto in questa direzione. Risulterà fondamentale in questa fase, l’appoggio della Regione Lazio e del Comune di Roma”.
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