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Lo studio sull’aborto in Europa di Feps Europe e Karl Renner Institute.

È uscito nelle scorse settimane uno studio di Feps Europe in collaborazione con Karl Renner Institute. L’oggetto delle oltre trecento pagine è una overview generale sulle legislazioni rispetto all’aborto nell’Unione Europea.

Lo studio non si limita a dare una fotografia dello status quo, ma approfondisce in modo incredibile TUTTI gli aspetti relativi a questa tematica considerando tutti gli attori che ne sono coinvolti, perché non è un fatto solo legislativo, né un argomento facile anche se scriverlo sembra banale: non lo è politicamente, sociologicamente, teologicamente, eticamente, giuridicamente.

I dettagli.

Notevoli i capitoli dedicati alla posizione della Chiesa, così come la ricostruzione precisa dei movimenti pro-choice o pro-life e non è uno spoiler se vi scriviamo qui che i due gruppi sono irrimediabilmente antagonisti: si pongono su due concezioni della vita e dei diritti stessi completamente differenti, ma il focus dello studio è stato quello di dare tutti gli strumenti possibili per comprendere i due punti di vista e porre attenzione a come li definiamo, il fatto che si sia scelto di usare dei termini più normativi come “supporters of the right to abortion” and “opponents of the right to abortion”, ci ha fatto riflettere.

Tra il pro e il contro c’è di mezzo di tutto, ma un fatto è saldo e riconosciuto ampiamente dai vari trattati e cioè che almeno l’accesso all’aborto sicuro e possibilmente gratuito deve essere garantito. Dunque, ci si chiede se in Europa sia effettivamente così o meno e confrontando le varie leggi è emerso che esistono 5 tipi di legislazioni differenti che regolano tale accesso e che differenziano in modo importante i paesi membri (e non). Quali sono e come si differenziano?

Noi, in preda alla curiosità più becera abbiamo anche verificato se per caso nei paesi con le leggi più restrittive si facessero anche più figli e i risultati non ci hanno stupito per nulla.

Ma cominciamo questo viaggio incredibile.

leggi aborto Europa

PRIMO GRUPPO

Svezia Finlandia, Paesi Bassi, Danimarca

Tasso di natalità Svezia 1,67

Figli per donna Finlandia 1,46

Paesi Bassi 1,62

Danimarca 1,72

Tipologia di leggi che garantiscono l’accesso all’aborto: “easy access to abortion on request and less restrictive conditions”

Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi e Svezia garantiscono l’accesso all’aborto sicuro e legale, la contraccezione a prezzi accessibili, l’educazione sessuale e le informazioni sulla salute sessuale e riproduttiva, rispettano la libertà di scelta e il consenso.

I limiti temporali per l’aborto fissati:

Danimarca: fino a dodici settimane di gravidanza

Svezia: fino a diciotto settimane.

Paesi Bassi nessun limite di tempo (fino a ventidue settimane per fasce sociali più vulnerabili)

Finlandia fino a dodici settimane di gravidanza che aumentano a venti in caso di minore; per casi clinici complicati i limiti possono essere estesi.

Obiezione

Prevista in Danimarca e Paesi Bassi, ma in quest’ultimo paese il personale medico che fa obiezione è obbligato ad informare la donna.

Finlandia e Svezia non prevedono l’obiezione di coscienza poiché tale clausola non renderebbe effettiva la messa in atto del pieno diritto di accesso all’aborto, il che significherebbe non permettere allo Stato di rispettare il diritto alla salute.

Periodo di riflessione e/o impedimenti terzi all’accesso all’aborto.

5 giorni nei Paesi Bassi tra la richiesta e la prestazione che scompaiono in caso di pericolo di vita della madre. Non presenti negli altri paesi.

SECONDO GRUPPO

Belgio, Francia, Lussemburgo e UK.

Belgio, Francia, Lussemburgo e UK sono Pesi nei quali l’accesso all’aborto è ampiamente garantito, la differenza sostanziale con i paesi di Tipo 1 è più sottile e riguarda la differenza tra accesso all’aborto e diritto all’aborto.

Ovvero. Per i Paesi 1 il diritto di accesso all’aborto così come è garantito è vicino al concetto di autoderminazione della donna e diritto all’aborto, per i Paesi 2 l’accesso all’aborto benché ampio è ineguale sui territori e di base la ratio al centro delle leggi non è il diritto all’aborto in sé, ma il suo accesso e questo fa differenza.

I limiti temporali per l’aborto fissati:

Francia: Quattordici settimane di gravidanza

Uk: Ventiquattro settimane di gravidanza

Lussemburgo e Belgio: dodici settimane di gravidanza ed è previsto un “waiting period” tra la domanda e la prestazione

Obiezione

Presente in tutti i Paesi 2 con differenze. In Uk l’obiezione non è mai ammessa in caso di emergenza. In Belgio e Francia il corpo medico è obbligato a dichiarare l’obiezione al primo appuntamento e dirigere la donna verso colleghi non obiettori. Sempre in Francia e in Belgio è stato introdotto il reato di “impedimento all’aborto” questo per disincentivare la pressione psicologica sulle donne e impedire che negli ospedali vengano sottoposte a intimidazioni di vario genere a causa della loro scelta.

Tassi fertilità

Francia 1,79

Belgio 1,59

Lussemburgo 1,39

Uk 1,75

TERZO GRUPPO

Paesi nei quali l’accesso all’aborto è ristretto o impeditoGermania, Austria, Cipro, Grecia, Italia, Portogallo e Irlanda.

In questi paesi l’aborto è legale, ma il processo di accesso è spesso ostacolato da lungaggini, costi elevati e disparità geografiche nella disponibilità dei servizi sanitari. Inoltre, il numero di medici e di operatori sanitari che obiettano è in aumento nel l’Europa meridionale, e in Italia la percentuale di obiezione arriva all’80%.

Tempo fa abbiamo intervistato Chiara Lalli.

Attraverso la mappatura nazionale del suo progetto Mai Dati, abbiamo una visione chiara del “non servizio nazionale” reso per la piena attuazione della 194. Oltre all’obiezione elevatissima, anche la cronica mancanza di dati a livello nazionale, regionale e locale su quali strutture siano pienamente attrezzate per le richieste di aborto è un fattore di inaccessibilità: l’IVG in Italia è un percorso ad ostacoli in ogni sua fase a partire dalla ricerca stessa di un centro sanitario in grado di farlo.

In Germania è sorprendente notare come solo nel 2019 sia stata modificata una legge del 1933 che bloccava -de facto- ogni informazione relativa all’aborto. La sua modifica è stata possibile grazie alla disobbedienza civile di una ginecologa che è stata multata per 6k euro a causa di alcuni articoli informativi sull’IVG.

La Spagna ha recentemente modificato la legge sull’aborto, avvicinandola nella ratio ai paesi di tipo 1 poiché mette al centro la salute riproduttiva della donna. Tale legge mira a rimuovere gli ostacoli che limitano l’IVG negli ospedali pubblici in Spagna, disciplinando, tra l’altro, l’esercizio della obiezione di coscienza degli operatori sanitari impedendo loro di essere obiettori nel pubblico e non obiettori nel privato. Per questo motivo, benché nel rapporto di FEPS anche la Spagna venisse inserita nei Paesi del terzo gruppo, la citiamo in modo speciale come esempio di come la politica possa fare MOLTO e BENE.  

Irlanda e Cipro hanno decriminalizzato l’aborto rispettivamente nel 2019 e2018. Ad oggi non è certamete pratica accessibile tant’è che le donne irlandesi sono costrette ad andare nel Regno Unito (a pagamento)

In generale in questi paesi l’accesso all’aborto è possibile fino a dodici settimane di gravidanza circa, esteso in casi particolari e definiti.

L’obiezione è permessa e largamente usata ed esiste il “waiting period” tra la richiesta e la prestazione.

Tassi di Fertilità

Germania: 1,58 %

Austria: 1,48%

Grecia: 1,43%

Cipro: 1,39%

Italia: 1,25%

Spagna: 1,19%

QUARTO GRUPPO

Là dove in cui l’accesso all’aborto è ostacolato (o bannato come Polonia e Malta) da leggi restrittive.

Nella maggior parte di questi paesi l’accesso all’aborto è impedito da leggi complicate o restrittive e la procedura medica stessa è molto costosa, di solito non coperta dall’assicurazione sanitaria, tale difficoltà di accesso comporta il ricorso ad aborti clandestini, un ulteriore fattore di discriminazione verso le donne che non possono permettersi di viaggiare all’estero per abortire in modo sicuro!

In Bulgaria addirittura ci son state campagne di sensibilizzazione per disincentivare l’aborto in caso di gravidanze durante l’adolescenza, come se questo potesse aumentale il tasso di natalità del paese. In Ungheria la “protezione della vita sin dal concepimento” l’han messo in costituzione e sono concentrati nel promuovere la natalità e la famiglia tradizionale ad ogni età, minorenni incluse.

In generale abortire in questi paesi è inaccessibile benché non sia vietato. In Polonia e a Malta invece è proprio illegale, alcune fattispecie sono in deroga alla legge e ci si riferisce ai casi più gravi e là dove la donna sia in serio pericolo di vita: ma la possibilità di accesso rimane comunque impossibile a causa dell’obiezione dei vari ostacoli amministrativi.  

In Polonia nonostante sia già difficilissimo accedere all’IVG e nonostante il 98% delle procedure vengano fatte a causa di gravissime malformazioni del feto, la battaglia per togliere pure questa possibilità…è stata vinta. L’aborto anche in casi disperati è incostituzionale e perciò non si può fare: Una delle prime conseguenze mediche di questa sentenza è stata la morte di una donna di 30 anni per shock settico nella sua ventiduesima settimana di gravidanza. Piuttosto che salvarla i medici hanno aspettato che il battito del feto cessasse, così son inevitabilmente morti in due. Importante la commistione della Chiesa Cattolica in queste decisioni e vicende, ma senza polemiche né giudizi ci limitiamo a constatare il fatto.

Tasso fertilità

Polonia 1,33%

Ungheria 1,61%

Bulgaria 1,58%

Malta 1,13% (il più basso d’Europa)

Leggi il rapporto completo QUI.

Per tutti gli approfondimenti sui tassi di fertilità clicca QUI.

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