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Una storia di migrazione lunga 4300 km nell’Atlantico

Il 28 maggio del 2021 una strana barca viene ritrovata da dei pescatori di Tobago, completamente alla deriva. Riportiamo un’inchiesta di AP da far venire la pelle d’oca, l’articolo è firmato da Renata Brito e Felipe Dana e ci raccontano il tragico epilogo di un gruppo di ragazzi, poco più che ventenni, che cercano di raggiungere l’Europa, le Canarie, imbarcandosi su una piroga in Mauritania. Il gruppo, che ha debitamente pagato 1500 euro ed è vestito con gli abiti migliori sotto la cerata da pescatore, non riesce evidentemente a raggiungere l’arcipelago e a causa delle correnti il barchino viene ritrovato a migliaia di km di distanza qualche mese dopo la partenza.

Le autorità di Tobago, insieme ad AP danno il via a un’attività di indagine e inchiesta per dare un nome a quei ragazzi ritrovati mummificati e decomposti nello scafo.

Non è una bella immagine, lo sappiamo bene, ma è utile per scuotere le coscienze perché è con un grandissimo senso di “pietas” che le persone di Tobago hanno deciso di andare a fondo e provare a ridare la dignità dovuta a quei corpi.

Ci sono riusciti. Purtroppo, sempre dall’articolo apprendiamo che questo barchino non è un caso isolato. Ad affrontare le correnti Atlantiche per raggiungere le Canarie ci sono MIGLIAIA di piroghe. Le autorità spagnole hanno visto i numeri crescere a dismisura e passare da 2687 nel 2019 a più di 22mila due anni dopo.

In pratica a causa dei miliardi spesi dall’Europa per bloccare la rotta mediterranea, se ne sta creando un’altra di rotta con i medesimi risultati di morti in mare, morti pressoché certi perché arrivare alle Canarie col barchino è ancora più improbabile di una tratta mediterranea.

Questi ragazzi che ora hanno un nome e un cognome e una storia, volevano partire per poter vivere degnamente.

La madre di Cheikh Dioum, infermiera, gli aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per comprargli un biglietto aereo e un visto. Ma i visti non arrivano. La mamma di Alessane, anche lui deceduto nella barca, ha provato nove volte ad ottenere un visto di ricongiungimento con i parenti in Francia: sempre rifiutati.

Tratta Mauritania Canarie
Tratta Mauritania Canarie. Fonte apnews.com

Dalla Mauritania si scappa perché…non c’è niente.

Come fai a biasimare un ragazzo di vent’anni o poco più di voler provare a vivere in un modo più degno? Cheikh era arrabbiato con la madre perché lei gli diceva di portare pazienza, che ce l’avrebbe fatta a prendergli il volo aereo, ma lui è partito prima.

In queste settimane dove se ne sono sentite e viste di tutti i colori sui migranti e le migrazioni, la durezza di questo racconto magistrale è una medicina contro le cazzate.

La crisi alimentare, idrica, climatica, democratica e sociale è appena sotto il nostro “tacco”. Le migrazioni sono STRUTTURALI non sono EMERGENZA per l’Italia e i paesi Europei, al massimo l’emergenza ce l’hanno le famiglie di quei disgraziati che son finiti mummificati dal sole e mangiati dal sale, persi nelle correnti atlantiche.

Senza scadere nel pietismo becero, val la pena menzionare il disastro di Cutro a 200 metri dalla riva, un qualcosa che leva -o dovrebbe levare- il sonno ai giusti e meno giusti e leva ancora di più il sonno il pensiero degli anni persi su polemiche inutili senza una seria revisione delle strutture di accoglienza e relative metodologie. Senza parlare dei lager in Libia.

Ora sapete che potrebbe esserci qualche barchino perso nelle correnti atlantiche che la Guardia Costiera Spagnola potrebbe trovare per un puro colpo di fortuna.

L’articolo di AP è questo QUI .

Gente brava che parla di migrazioni:

Storie di persone migranti e rifugiate

Valerio Nicolosi

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