11 Marzo 2022: Un nuovo governo per il Chile.
Nell’ottobre del 2020, mentre eravamo impegnati a controllare i casi giornalieri di Covid, il Chile comincia un rapido e inaspettato processo di cambiamento profondissimo, un cambiamento del quale ci siamo resi conto – forse – solo a dicembre, con Gabriel Boric che vince le elezioni.
Per Boric è tempo di camminare spedito verso l’orizzonte che una buona parte della sinistra cilena ha sempre cercato: il socialismo democratico. E lo fa cominciando in modo eccellente, dando incarichi di governo a 14 donne su 24 posti disponibili. Perché? Perché questo governo è frutto di quel cambiamento che è già avvenuto nella popolazione, è il risultato di attivismo e pressioni dal basso da parte di importanti movimenti femministi attivi in Chile e in altri paesi sudamericani come ad esempio “Ni una meno”.
Boric definisce il suo governo femminista, ma non per facciata, lo è davvero. L’attenzione su cosa farà il nuovo presidente sarà davvero pressante, soprattutto perché la sinistra dell’America Latina lo osserva. Oggi la sinistra cilena ha l’opportunità di contribuire a costruire un nuovo ordine in grado di plasmare le strutture sociali, economiche e politiche del paese per i prossimi anni, ma anche provocare importanti riverberi regionali e globali. Moltissime ed enormi le sfide sia sociali che economiche. Gabriel Boric, dunque, non solo ha fatto una scelta femminista nella composizione del suo governo, ma forse, l’unica possibile. Ha fatto una scelta di “equilibrio” modulando un team capace di rappresentare il nuovo scenario politico e al contempo non spaventare la parte più conservatrice.
Ma cosa è successo in Chile?
1) Nel mese di ottobre 2019, il vecchio Chile è crollato improvvisamente; è da quella data che partiamo, dal mese in cui un aumento del costo del biglietto della metropolitana a Santiago del Chile, portò a una rivolta senza quartiere. Talvolta le rivoluzioni sono inevitabili perché improvvise.
2) In gioco non c’era ovviamente il costo della metro, ma l’intero sistema neoliberista pensato di “Chicago Boys” che il Chile continuava a portarsi dietro dalla dittatura di Augusto Pinochet, nonostante la transizione democratica del 1990. Simbolo di questa situazione la Costituzione in vigore, una Carta ratificata in modo fraudolento e che abdicava i diritti civili al mercato.
3) Sta di fatto che quell’infausta decisione del governo di Sebastián Piñera di aumentare le tariffe ha scatenato l’impensabile: la richiesta a furor di popolo di riscrivere la Costituzione. Piñera indice un referendum che si tiene nell’Ottobre del 2020, il 78% dei cileni approva la sostituzione della Carta e nel Maggio del 2021 tornano alle urne per votare la composizione della costituente.
4) I risultati sono stati sorprendenti. La destra ha conquistato meno di un terzo dei seggi (cosa impensabile qualche anno prima), perdendo il suo tradizionale potere di veto, mentre i candidati indipendenti e di sinistra hanno fatto significativi progressi.
5) Nel Dicembre del 2021 i cileni tornano alle urne per la terza volta e le elezioni sono quelle politiche presidenziali (il Chile è una repubblica presidenziale): vince Gabriel Boric ex lider delle proteste studentesche dette “dei pinguini” del 2006, capolista di Convergencia Social partito di sinistra tutto sommato distante dai partiti di sinistra tradizionali come i comunisti e socialisti cileni. Boric vince contro Kast pinochettista dichiarato.
6) Quindi in Chile la situazione è estremamente delicata: da una parte la scrittura di una nuova Costituzione che rimuoverà tutte le enclavi autoritarie ad oggi presenti e si prevede essere decisiva per la definizione di un’altra società; e dall’altra il nuovo governo di Boric che non solo dovrà supportare il cambiamento, ma anche garantire la stabilità politica, sociale ed economica del Paese.
7) Oggi 11 Marzo Gabriel Boric “entra in funzioni”. Un momento decisamente storico perché gli viene chiesto di compiere un passo gigantesco, mettere in pista le richieste delle sommosse popolari del 2019: “Il neo-liberismo nasce e muore in Chile”. Boric comincia mettendo 14 donne su 24 posti disponibili nel suo esecutivo.
8) Nella presentazione del suo governo a gennaio 2022 Boric dichiara “Oggi iniziamo a scrivere un nuovo capitolo nella nostra storia democratica. Non partiamo da zero, sappiamo che c’è una storia che ci eleva e ci ispira”. E questa storia è certamente quella di Allende.
Abbiamo chiesto al nostro amico Stefano Rivas la sua, trovate la sua intervista in questo articolo.
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