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Ne parliamo con Beatrice Covassi.

Di AI se ne sta parlando moltissimo, nel bene o nel male ed è evidente che siamo ad un “tipping point”, ovvero a quel punto in cui c’è da prendere il toro per le corna, per dirla semplice.

Le domande sull’intelligenza artificiale sono tante e svariate, di risposte non ne abbiamo ancora o quantomeno nell’immediato presente non possiamo avere TUTTE le risposte, ma tracciare un percorso che possa guidare la crescita di questa tecnologia in modo sicuro e controllato è possibile ed è la base sulla quale poggia la Proposta di Legge sull’Intelligenza artificiale che il PE ha appena votato ed ora la palla passa in Commissione e Consiglio, nella speranza che le lobbie non si straccino troppo le vesti.

La proposta di legge nasce in seno agli S&D con co-relatore l’italiano Brando Benifei e Renew Europe con co-relatore Dragoș Tudorache, perciò dato questo contesto progressive, abbiamo chiesto alla MEP Beatrice Covassi di spiegarci meglio il percorso di questa legge, i suoi valori cruciali e anche com’è andata politicamente in Parlamento.

Beatrice Covassi
Beatrice Covassi

Umanesimo Digitale

In primis è bene sottolineare che l’AI Act è la progressione naturale di un percorso che la EU ha intrapreso da tempo, un modello “ruled based” di Umanesimo Digitale che mette al centro i diritti delle persone e i valori dell’Unione stessa.

Senza questa visione e presa di posizione non avremmo le norme sulla protezione dei dati personali (GDPR) né il continuo e costante monitoraggio degli sviluppi tecnologici e i loro impatti nella nostra vita quotidiana.

EU vs USA

L’Europa è arrivata per prima a questo pacchetto di norme e percorsi. Il Vecchio Continente sta facendo scuola o, meglio ancora, sta fissando gli standard per regolare e guidare il mondo reale in quello mondo digitale e viceversa, una leadership che ci viene riconosciuta anche dagli Stati Uniti, là dove tutto è nato, possiamo dire, ma che ha avuto fino ad oggi un atteggiamento completamente differente.

Se da una parte la Eu ha capito in anticipo la necessità di prendere per le briglie il mondo digitale con una visione precisa, gli States benché abbiano da sempre avuto la leadership di questo settore, non lo hanno mai voluto governare perciò adesso il loro sguardo è di grande interesse rispetto ai risvolti europei, un interesse che si è rivelato palese nella recente visita a Washigton da parte di una delegazione di deputati S&D: “Warren era sinceramente ammirata del nostro lavoro”, rivela Covassi e non facciamo fatica a crederlo perché le big corp fino ad oggi hanno goduto appieno dell’atteggiamento americano al business, una commistione tra uber liberismo e protezionismo del proprio “tesssssoro”, ma sarà per sempre così? Staremo a vedere.

La struttura della legge

Veniamo alla legge che, come detto, mette al centro le persone, i loro diritti, bisogni e volontà.

È strutturata in modo molto semplice, funziona a gradi di rischio e a seconda degli step esistono semafori rossi, arancio o verde, insomma esistono cose vietatissime, alcune “medie”, altre sicure, ma per essere davvero tali è bene regolarle.

Il semaforo rosso è rappresentato da tutto ciò che può essere discriminatorio o ledere la sicurezza, l’integrità, le opportunità di vita delle persone. In cima alla lista delle tecnologie vietate ci sono i riconoscimenti biometrici indiscriminati, ovvero tutti quei sistemi che potrebbero arbitrariamente -per esempio- farci finire in galera a causa di software per il riconoscimento delle emozioni o di analisi verso la nostra propensione al crimine. In tali casi si potrebbero sdoganare operazioni di polizia preventive impattando in modo malevolo sui nostri diritti perché siamo tutti d’accordo che un criminale esiste quando esiste pure il crimine e che gli esseri umani, naturalmente poco razionali, potrebbero avere reazioni completamente differenti a seconda di troppe variabili!

Un semaforo arancio va invece a tutto ciò che può andare sotto il cappello del “social scoring” e dunque quelle piattaforme che ci permettono di comprendere il grado di rischio, l’applicazione dell’AI in questo ambito ha diversi paletti a seconda di dove e come viene applicata poiché può avere delle conseguenze malevole o benevole a seconda degli ambiti: pensiamo alle infrastrutture strategiche come centrali elettriche o ospedali da una parte, pensiamo all’accesso al credito dall’altra: insomma “bene, ma con moderazione e sempre nel senso del bene comune” è il concetto cardine.

Infine, il semaforo verde. Esistono molte applicazioni dell’AI di uso quotidiano, pensiamo a ChatGpt o Midjourney. Sono piattaforme di AI generativa dedicate a un pubblico “consumer” e quindi per molte persone, come facciamo a monitorarle? La Legge propone una semplice ed efficace label: tutto ciò che viene disegnato o scritto da una Ai di questo tipo e successivamente pubblicato e diffuso, deve avere il bollino. Questa label sarà utile soprattutto per renderci immediatamente conto della fonte, non è sempre facile distinguere un prodotto generato dall’Ai da uno generato da una mente umana, ma andando ancora più a fondo tale riconoscimento è utile per evitare fake news e fake di vario genere: quantomeno è un passo avanti.

I retroscena Politici

Ma passiamo alla parte politica. Covassi non ha fatto mistero nel rivelarci come ha votato il Parlamento: se l’area progressista ha votato compatta, la destra più conservatrice ha avuto rimostranze per i paletti messi della legge sull’utilizzo di tali tecnologie per ciò che riguarda i controlli di polizia e le migrazioni…che strano! Non l’avremmo mai detto, soprattutto per ciò che riguarda i controlli alle frontiere.

Conclusioni

Per concludere, l’argomento è ampio, profondo, pieno di pro e di contro, ma il fatto che la Eu abbia disegnato questa proposta di legge è un deciso e decisivo passo avanti per porre le basi di questo cammino che non può fare altro che evolvere e speriamo per il meglio perché il senso non è bloccare, ma incentivare l’uso buono e potente di questa tecnologia la quale, comunque, viene progettata e fissata dalla mente umana: in un certo senso è il nostro specchio e speriamo che rifletta sempre la parte migliore.

Un grazie a Beatrice Covassi Parlamentare Europea, Gruppo S&D, Partito Democratico, potete seguirla Su twitter Qui. Su Instagram Qui e questo il Suo SITO.

Vi interessa saperne di più con una serie di interviste e live? Fatecelo sapere! Noi dedicheremo altro spazio a questo argomento, ma ci piacerebbe coinvolgervi.

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1 comment

  1. […] La EU, come sapete, è in prima linea per la definizione di regole e paletti rispetto l’AI: ne abbiamo parlato con Beatrice Covassi quest’estate e potete leggere l’intervista QUI. […]

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