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E perché dovrebbe interessarci.

Qualche settimana fa c’è stato lo State of The Union Europeo. In quell’occasione si sono ovviamente discussi gli argomenti più urgenti del momento e il più scottante di tutti è certamente il costo dell’energia.

Perché si deve discutere a livello europeo di queste tematiche? E perché dovrebbero interessarci?

Ognuno non può fare da sé? No. Semplicemente per il fatto che il gas (che è la fonte primaria dalla quale la Eu ricava energia elettrica) scorre sotto i piedi di -quasi- tutta l’Europa e, tra stati ci si scambia e vende il prodotto finito ovvero l’elettricità prodotta anche da altre fonti, tra le quali le rinnovabili.

Dunque, non è possibile prendere decisioni in autonomia perché il mercato è complesso e interconnesso.

bandiera europea

Ma cosa è successo?

Si è capito che nelle prossime settimane si dovrà decidere su questi punti:

  1. Ridurre il consumo. È una cosa che dobbiamo fare anche noi comuni mortali? Questa misura interessa soprattutto le industrie energivore. Ridurre la richiesta di elettricità del 5% nei momenti di picco di richiesta, ha un effetto calmante sul consumo di gas (1.2 billion cubic meters). La Eu ha chiesto anche a tutti gli stati membri di ridurre del 10% la generale domanda di energia entro il 31 marzo 2023 e questo può essere ottenuto riducendo e soprattutto efficientando.
  • Il renevue cap. Che cos’è? Dunque, il prezzo dell’elettricità si forma attraverso un meccanismo che mette insieme sia l’energia prodotta da fonti rinnovabili o a basso costo, sia quella prodotta con il gas. Adesso il prezzo del gas è alle stelle, quindi anche quello dell’energia elettrica, ma un conto è se produci energia con il gas, un altro se la produci con altro: è evidente che “l’altro” sta facendo un sacco di soldi con costi di produzione invariati. Quindi? Quindi si mette un limite a quegli extra profitti e tutto quello che guadagnano in più viene redistribuito per abbassare il costo delle bollette di chi quell’elettricità la consuma: famiglie e imprese.  Il tetto è a 108 € per MWH (megawatt ora).
  • Il contributo di solidarietà. Le “petrolifere” devono impegnarsi in un contributo di solidarietà. Anche questo settore sta facendo extra profitti, perciò tutto ciò che eccede il 20% di guadagno rispetto ai tre anni precedenti, verrà usato dagli stati membri e redistribuito per sostenere i consumatori finali: famiglie e imprese.

Oltre a questo, le discussioni su come calmare i prezzi dell’energia non si sono fermate. Le proposte sui tavoli sono diverse e sono in due direzioni: di breve e di lungo periodo. Risolvere l’emergenza e possibilmente fare in modo di proteggersi dalla prossima.  

Queste decisioni sono cruciali per il prossimo futuro e sono decisioni che devono essere prese in modo solidale e celermente. Quale sarà la posizione Italiana? Viviamo tempi incerti con un Governo che deve ancora assestarsi.

Tutto molto interessante.

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