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L’accessibilità e la sostenibilità dal punto di vista umano.

Cosa vuole dire disabilità? La United Nations (UN) Convention on the Rights of Persons with Disabilities (UNCRPD), all’Articolo 1 definisce le persone con disabilità come: “coloro che hanno menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali a lungo termine le quali, in interazione con varie barriere, possono ostacolare la loro piena effettiva ed egualitaria partecipazione alla società”.

L’obiettivo delle Nazioni Unite e dell’Europa è che le persone con disabilità, tutte, indipendentemente dal loro genere, dalla loro etnicità, dalla loro religione, età o orientamento sessuale possano:

  • Godere appieno dei diritti umani;
  • Avere eque possibilità
  • Avere equo accesso e partecipare alla società
  • Essere in grado di decidere dove, come e con chi vivere;
  • Essere in grado di muoversi liberamente nella Eu;
  • Non subire discriminazioni.

In questo articolo, però, vogliamo concentrarci su un aspetto, che può sembrare secondario, ma non lo è.

L’inclusione passa anche dall’abbigliamento!

Da cosa mettersi ogni giorno, vestiti che siano adattivi e allo stesso tempo belli e confortevoli, soprattutto accessibili. Fibbie, bottoni, cerniere, lacci, chiusure di vario genere, nonché tessuti e materiali possono essere una barriera non indifferente.

Zalando Adaptive Fashion
Zalando Adaptive Fashion

Quando si parla di sostenibilità dell’abbigliamento dobbiamo pensare ed includere le persone con disabilità che sono, stando ai dati Eurostat, un quarto della popolazione europea e – in questo cluster – le donne sono più numerose.

Abbigliamento di ogni genere, anche intimo e in questo contesto pensiamo alle mutandine mestruali che esistono anche con apertura laterale, innovazioni nate nell’ottica della sostenibilità che hanno certamente migliorato la qualità di vita di molte donne con disabilità.

In questi giorni Zalando, il colosso dell’e-commerce tedesco, ha annunciato il lancio della sua prima collezione di moda adattiva, costituita cioè da capi di abbigliamento, calzature e accessori che rispondono alle esigenze di persone disabili. Il claim della collezione è Embrace what makes you, you e certamente strizza l’occhio alle generazioni più giovani, nonché alla consapevolezza che tra loro ci sono diverse fashion icon con disabilità le quali, almeno a casa nostra, possono contemporaneamente essere star dello sport e qui il pensiero va a Bebe Vio, musa di Dior: tra i tanti stereotipi che Bebe ha letteralmente schiacciato, c’è anche questo ed è empowerment all’ennesima potenza. Ricerca, tecnologia, materiali, tecniche stanno certamente rendendo il mondo più inclusivo e – speriamo – accessibile al più alto numero di persone perché la questione economica non è di poco conto.

Auf Augen Hohe
Auf Augen Hohe

Ma cosa significa abbigliamento adattivo? Chi lo fa? Ugg e Vans ad esempio, Reebok, Tommy Hilfiger, e poi adaptive brand che hanno sviluppato intere collezioni solo per persone con nanosomia (Auf Augen Höhe).

Rendere la vita più comoda e agevole non è solo una questione di accessibilità e oggettiva indipendenza, ma anche estetica ed è aspetto cruciale perché fornisce la piena possibilità di esprimere appieno il proprio stile, il proprio carattere, la propria appartenenza, senza limitazioni o impedimenti.

Ciascuno di noi ha il diritto di essere ciò che le o gli pare.

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