Una legge sul ripristino della natura.
Il 10 luglio del 1976, a Seveso, accade uno dei disastri industriali più importanti della storia non solo nel nostro Paese, ma dell’Europa tutta.
Grazie alla spinta dei progressisti, il 12 Luglio 2023 il Parlamento Europeo ha approvato una delle leggi a protezione dell’ambiente e della vita umana più significative per il nostro futuro prossimo. Una legge voluta fortemente dal Commissario UE Frans Timmermans in quanto elemento essenziale del Green Deal europeo.
47 anni dopo la nube di diossina a Seveso, l’UE decide di dotarsi di regole precise e condivise per ripristinare e proteggere ciò che è stato distrutto e sfruttato, 47 anni dopo quella nube…una nube fuoriuscita da un impianto vecchio, privo di protezioni e precauzioni, una tragedia ambientale e umana che ha scoperchiato un vaso di Pandora di nefandezze, ma una nube che in un certo senso ci ha portato fino alla decisione del 12 luglio 2023.
Le due cose sono collegate ed è bene ricordare il perché.
Quell’estate del 1976 ha portato alla Direttiva Seveso e alle prime leggi comunitarie e nazionali in materia di prevenzione e protezione dei grandi rischi industriali e non solo, ha portato alla nascita e costituzione di Legambiente, ha portato -in quegli anni- ad una coscienza ecologica embrionale che si è espansa ed è cresciuta su solide basi scientifiche: la protezione dell’ambiente non è un qualche cosa di aleatorio, è sopravvivenza della nostra specie stessa.
Regole e controlli sempre più stringenti hanno permesso che altre nubi non si propagassero indisturbate tra case e orti; hanno evitato che morissero altri animali domestici e che nessun altro bambino avesse il viso sfigurato. Non han fermato tutti i disastri dovuti e voluti dall’avidità umana a discapito dei propri simili e l’ambiente, sappiamo bene che è così, lo sappiamo perché molte volte questi disastri li abbiamo visti coi nostri occhi: Marghera, Rosignano, Il Bormida, Il Sarno, Taranto…Casale Monferrato, Bagnoli.
Seveso è accaduto perché l’impianto era inadeguato, il metodo di produzione vecchio, i rischi erano conosciuti, i “leak” di diossina ripetuti, l’inquinamento era consapevole e perpetrato perché alla casa madre non interessava minimamente di Seveso così come Cesano Maderno, Desio, Meda, che erano sacrificabili sotto ogni aspetto: ambientale, umano, industriale e pure politico. Paesotti di poveri cristi brianzoli la cui vita valeva pressoché zero.
Proteggere il Pianeta ed avere rispetto per le persone che lo abitano è oggi la vera missione della politica.
Dotarsi nel 2023 di una legge che ci obblighi a ripristinare la Natura, significa semplicemente obbligare tutti per legge ad avere cura… della nostra stessa esistenza. Una legge giusta che può essere migliorata ancora ma che non può più essere messa in discussione dal PPE, dai lobbisti delle multinazionali, dai sovranisti o chi per loro.
Ricordate bene che a farne se spese, quando non esistono paletti né pene giuste e severe, quando non ci si obbliga a proteggere PRIMA e a sistemare poi, a farne le spese son sempre i più deboli prima, e poi tutti noi e le nostre famiglie, nessuno escluso, perché una nube tossica arriva ovunque.
A Seveso chi ha causato il danno ha pagato pochissimo. Case, animali, cose, ricordi, pezzi di vita di centinaia di famiglie stan ancora seppellite sotto cumuli di terra che negli anni son diventati… un bosco, mentre la paura che per anni ha accompagnato una comunità non è seppellita per nulla invece, lo stesso vale per altri luoghi dove non solo l’ambiente è stato maltrattato e distrutto, ma dove le persone si ammalano, muoiono e continuano a farlo.
Sistemare il sistemabile è una condizione di vita o di morte, letteralmente.
Le obiezioni stanno a zero, la tecnologia oggi ci permette di fare molto e bene e di raggiungere degli obiettivi precisi, certamente costa, significa meno dividendi per i manager e meno profitti “colonialisti”, quei profitti brutali e semi feudatari che caratterizzarono le scelte industriali sull’ICMESA di Seveso poiché già allora il disastro si poteva evitare, ma si preferì brutale laissez faire umano e ambientale che portò all’inevitabile.
Cose da leggere, studiare, approfondire.
Policy study su rinnovabili e biodiversità Towards a renewables scale-up that works for nature
Dossier sul Progressive Post di Feps > Nature and us: why biodiversity matters con un ottimo articolo di Telmo Pievani e Soia Belardinelli.
Se vi interessa approfondire il tema del cambiamento climatico e della salvaguardia del pianeta, date un’occhiata alla serie di eventi online e policy briefs Climate Mainstreaming dove il cambiamento climatico viene analizzato in connessione ad altre problematiche di giustizia sociale, uguaglianza di genere, salute e trasformazione digitale: Il materiale QUI
Podcast su Seveso
Silenzio di Accorsi Buttini
Indagini di Nazzi per Il Post
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