Una legge più progressista, contemporanea, equa, omnicomprensiva.
Nel rumore della campagna elettorale, ciò che ci ha colpito e continuerà a colpirci fino a che non verrà finalmente normalizzata, è la discussione rispetto al corpo della donna. Il corpo della donna è il luogo della guerra e della politica.
Parliamo di diritti riproduttivi e per farlo ricordiamo le parole di Irene Montero:
“I diritti sessuali e riproduttivi sono indicatori della salute democratica di un paese. Se le donne non possono decidere del loro corpo, se non sono garantiti i loro diritti sessuali e riproduttivi è difficile parlare di democrazia piena, perché questi diritti sono la chiave per accedere a molto di più: alla partecipazione politica, al lavoro, allo sviluppo del proprio progetto di vita… Una legge che garantisca pieni diritti alle donne, garantisce una società nella quale ognuna è libera di seguire i propri progetti personali e partecipare appieno alla vita civica del Paese”
In momenti nei quali i diritti sessuali e riproduttivi di metà della popolazione vengono depotenziati, difendere quello che c’è non è abbastanza, bisogna rilanciare perché evidentemente non abbiamo prestato abbastanza attenzione, e dobbiamo e riflettere sul fatto che i diritti riproduttivi non si “limitano” solo all’ IVG, la Spagna ci insegna che è necessaria una visione lunga che abbraccia tutti gli aspetti legati alla SALUTE femminile nel suo complesso: utero, tube, ovaie, ormoni e soprattutto emozioni.
Non a caso il congedo mestruale di cui si è tanto parlato è incluso nel potenziamento di Montero della legge sull’aborto e nello stesso testo di legge si introduce l’obbligo dell’educazione sessuale ed affettiva nonché un controllo sul numero dei medici obiettori, ne abbiamo già parlato QUI.
Per cui non solo la 194 non si tocca, ma dato che sono anni e anni e anni che poche persone si permettono di decidere e assottigliare de facto la piena forza democratica, allora serve potenziare, allargare, garantire esattamente come è stato fatto in Spagna. Dalla 194 alla 194.000, una legge più progressista, contemporanea, equa, omnicomprensiva.
Il corpo della donna è il luogo della guerra, del conflitto politico, ma pure il rifugio della pavidità di molti e molte che guardando al proprio ombelico e ben poco al diritto alla salute della donna che, per inciso, sarebbe costituzionalmente garantito. A questo punto è necessaria una presa di posizione non solo netta, ma tagliente e…travolgente. I diritti sessuali e riproduttivi sono indicatori della salute democratica di un paese, siamo un Paese democratico?
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L'aborto è il più fragile dei diritti. - YouSocialist
[…] La 194 è, dunque, una legge problematica. Non più attuale. Non si va mai oltre lo status quo, non si ascoltano le esigenze delle donne, non si tiene conto della differenza tra territori, classi sociali, situazioni economiche. Spesso ad essere impreparato è proprio chi dovrebbe assicurare l’esercizio del diritto. […]